mercoledì 16 dicembre 2015

Terra bruciata






"Scorched earth"



Il fuoco e il racconto
"... quando il Baal Schem doveva assolvere un compito difficile, andava in un certo posto nel bosco, accendeva un fuoco, diceva le preghiere e ciò che voleva si realizzava. Quando, una generazione dopo, il Maggid di Meseritsch si trovò di fronte allo stesso problema, si recò in quel posto nel bosco e disse: “Non sappiamo piú accendere il fuoco, ma possiamo dire le preghiere” – e tutto avvenne secondo il suo desiderio. Ancora una generazione dopo, Rabbi Mosche Leib di Sassov si trovò nella stessa situazione, andò nel bosco e disse: “Non sappiamo piú accendere il fuoco, non sappiamo piú dire le preghiere, ma conosciamo il posto nel bosco, e questo deve bastare”. E infatti bastò. Ma quando un’altra generazione trascorse e Rabbi Israel di Rischin dovette anch’egli misurarsi con la stessa difficoltà, restò nel suo castello, si mise a sedere sulla sua sedia dorata e disse: “Non sappiamo piú accendere il fuoco, non siamo capaci di recitare le preghiere e non conosciamo nemmeno il posto nel bosco: ma di tutto questo possiamo raccontare la storia”. E, ancora una volta, questo bastò..."


da: "Il fuoco e il racconto" di Giorgio Agamben - Ed. Nottetempo

























Camera Fuji XE 1, lens Fuji XF 18-55mm, pp Lightroom CC & Silver Efex Pro 2

sabato 12 dicembre 2015

Dead gardens




"Ortimorti"




"...cascata omofonica ed ecolalica ai limiti dell'insignificanza,
un senso d'abbandono saporoso e di ambiguo languore, 
di voluttuoso assopimento e di ineffabile delizia..."




Orti, dove i convolvoli contorti 
più non stendono i deboli polloni;
vasi forti, che più negli orti morti 
non salgono i paoni da padroni;

penne disperse dentro gli orti morti, 
occhi immemori e smorti di paoni 
ritorti a dei vilucchi e a degli storti 
polloni ed ai ricami dei balconi;

languida inedia degli orti morti 
con qualche marmo mutilo o muscoso, 
e un muro vigilato da un'opunzia;

per cui diffonde sopra i fiori morti 
un senso d'abbandono saporoso, 
la parola nostalgica: “Rinunzia”.


"Giardini chiusi" di Corrado Govoni - Da "Le fiale"































Camera Fuji XE 1, lens Fuji XF 18-55mm, pp Lightroom CC & Silver Efex Pro 2

sabato 5 dicembre 2015

November moon



"Alla luna"

... ma tu chi sei, cos’hai, perché non parli,
non argenti di stelle anche lo scialbo
mattino? Sei tu stessa a incasellarli,
gli astri lucenti, dentro il grande albo
del cielo, o sei anche tu una figurina,
senza potere, se non nelle notti
di ferire gli amanti come spina?
E quanto più sei gelida più scotti.
Ahi, bella, se potesse tutto il male
che mi consuma mutare la spada
di luce tua in un giro di scale
armoniche, ascendenti, in una strada
che a te mi conducesse! Ma non vale
niente che io faccia, che resista o cada.
Tu non mi ami. E’ questo il grande lutto
che oscura le mie vesti. Ma ora voglio
dirti la verità del lato brutto,
paradossale, a cui non si rimedia:
tu non mi ami: questo è il grande male;
io non ti amo: questa è la tragedia...


"Alla luna" di Anna Lamberti Bocconi
inserito nella raccolta "Sale rosso", 1992 Stampa Alternativa























Camera Fuji XE 1, lens Fuji XF 18-55mm, pp Lightroom CC & Silver Efex Pro 2