domenica 11 marzo 2018

Il pastore nella neve





Il pastore nella neve
(snowy pastures)


... anche se tutto ghiaccia, se si rapprendono le pietre e l’acqua, se l’aria gela e cade giù in fiocchi bianchi e si posa come un velo nuziale, come un sudario sulla terra, anche se il fiato gela sulle labbra e la speranza nel cuore, e nella morte il sangue nelle vene – sempre, nel centro della terra, vive il fuoco...
... nel mezzo di quel mondo raggelato che si dissolveva nelle tenebre, come se fosse anche lui parte della sera buia, c’è l’uomo Benedikt, mezzo servo e mezzo contadino, è lì con i suoi amici più fedeli, il montone Roccia e il cane Leò – e quel mondo è il suo. Lì vive ed è parte di tutto quello che può abbracciare con lo sguardo e con le mani, con i pensieri e con i presentimenti. Quel mondo è suo. È parte di questa vita...
...quel viaggio era come una poesia, con rime e parole magnifiche che restavano nel sangue. E come una poesia, col tempo s’imparava a memoria e poi si sentiva il bisogno di tornare, per accertarsi che nulla fosse cambiato. E così era: tutto era ancora estraneo e inaccessibile, eppure familiare e inevitabile. Benedikt si sentì invadere da una pace assoluta. Una fiducia sgorgata dal profondo si diffondeva in lui, totale e infallibile: lì camminava. Camminava lì...

Gunnar Gunnarsson, Il pastore d'Islanda, Iperborea 




































Camera Fuji X-E2s, lens Fuji XF 18-55mm, 
pp Lightroom CC & Silver Efex Pro 2

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